Tutte le Valli

Uvernada & Rudunà

A Saluzzo la festa d’autunno delle genti occitane e
la sfilata dell’orgoglio margaro

“Jà mai aquì, di nuovo qui”
L’Uvernada ritorna

Se c’è una festa che ha caratterizzato la rinascita musicale delle valli occitane, accompagnandola negli ultimi ventotto anni, è proprio questa: l’Uvernada. Nata come celebrazione annuale del gruppo da cui tutto è iniziato, omaggio alle migliaia di persone che hanno accompagnato e vissuto il percorso culturale e sociale di trasformazione/evoluzione della musica d’òc cisalpina, da semplice manifestazione folcloristica a fenomeno di massa, si è chiamata per anni “Festa de Lou Dalfin”, per cambiare nome nelle ultime sette edizioni. Il motivo è stato un gemellaggio con la grande kermesse estiva di Rodez, l’Estivada.

Tra spostamenti di sede e cambiamenti di formula il palco dell’Uvernada ha visto, in tutti questi anni, alternarsi i principali gruppi della musica occitana e tutta una serie di formazioni “contigue”, sempre davanti a un pubblico variegato, cresciuto e consolidatosi nel tempo. Da Massilia Sound System alla Talvera a Castanha e Vinòvel, passando per Modena City Ramblers, Africa Unite, Dubioza Kolektiv e una miriade di altri gruppi, i suoni più disparati hanno celebrato il rito di un incontro che vede nello spirito più vero e antico della cultura d’òc, fatto di inclusione e scambio, la propria ragione di essere.

L’edizione di quest’anno si basa sull’idea di incontro tra terre alte. Highlands d’òc, potremmo dire. Le nostre valli accolgono musicisti, liutai, ballerini, artigiani, amici dal massiccio centrale e dai Pirenei. Un triangolo magico che unisce le tre catene montuose più alte delle terre occitane.
Arriveranno gli oboi del Coserans, nel dipartimento dell’Ariège, le bourrées, le cornamuse, le ghironde d’Auvergne, i nostri sonadors di clarinetto e fisarmonica, la nostra polifonia, ma non solo, anche le lame e i coltelli delle Alpi d’òc, i libri, i formaggi del Forez, i margari, i liutai con gli organetti mitici delle Marche, le violas di Jenzat, i fifres e i galobets di Provenza”.

Il direttore artistico Sergio Berardo, leader dei Lou Dalfin

 

La nuova edizione di Uvernada inizia, prima ancora che con la musica, con alcune novità e la voglia di narrare la “tradizione delle Vallate occitane” attraverso diversi linguaggi: l’artigianato, la terra e il lavoro, il gusto. Per essere più presente e inserita nella città, quest’anno l’Uvernada si svolgerà in tre sedi diverse a Saluzzo: venerdì sera un momento di musica d’ascolto al Teatro Magda Olivero, sabato il grande concerto con Lou Dalfin al Pala CRS e domenica, dal mattino, festa in Piazza Cavour, per e con i saluzzesi. Senza dimenticare gli stage di danza del sabato pomeriggio e le animazioni al mercato del sabato mattina.

La musica Tre giorni per danzare, ascoltare e suonare
Il via dal Teatro Magda Olivero con Sergio Berardo e la Grande Orchestra Occitana.
Quindi spazio al Foro Boario e al sabato di festa dei Lou Dalfin con gruppi ospiti.
Come tradizione saranno presenti spazi dedicati alla liuteria e agli strumenti, per incontrare i grandi Maestri provenienti da tutta l’Occitania. Nella ex Caserma Musso, a cura di Daniela Mandrile e di Les Irètges, due stage di danza.

La rudunà con A.RE.MA – Associazione Regionale Margari _ Il Foro Boario, quest’anno, racconterà anche la montagna attraverso il lavoro dei Margari che, scesi dagli alpeggi, faranno una grande festa portando i loro animali. Tappa al Foro, quindi la grande sfilata per le vie di Saluzzo, la Rudunà. Porteranno gli animali e i formaggi nati con il latte dell’estate trascorsa in alta montagna.
L’ Ala di Ferro sarà infine spazio per raccontare l’artigianato e la coltelleria storica delle Vallate Occitane, al loro fianco i prodotti dei Margari ma anche tanta musica e i balarin.

Tre giorni di musica, storia, cultura, danza e socialità nel segno della tradizione occitana.

 

Tutte le Valli

CARLO ALBERTO DI SAVOIA

21 ottobre – 18 novembre 2018
Ex Officina Ferroviaria, Piazza Stazione 4 – Barge

Apertura sabato e domenica
Ore – 10.00 / 18.00

Il 2 ottobre 1798 nasceva a Torino Carlo Alberto di Savoia, sovrano del Regno di Sardegna (che comprendeva anche Piemonte e Liguria) dal 1831 al 1849, un uomo figlio del suo tempo, diviso tra conservazione e rivoluzione. Conte di Barge, nel 1848 concesse lo Statuto Albertino, la Carta costituzionale che rimarrà in vigore fino al 1947, e le Regie Patenti, che riconoscevano diritti civili a Ebrei e Valdesi.
A 220 anni dalla sua nascita e a 170 anni dalle leggi da lui promulgate, il Comune di Barge dedica alla figura di Re Carlo Alberto un convegno e una mostra, un’operazione culturale per riscoprire una figura centrale del passato, legata a tappe salienti della storia e dell’arte di questo territorio. Il progetto è frutto della collaborazione del Comune con l’Associazione Centro Studi Principe Oddone di Saluzzo, la Segreteria delle LL.AA.RR. la Principessa Maria Pia di Savoia-Borbone Parma e i Principi Serge ed Eleonora di Jugoslavia.
Nuovi codici, apertura alla circolazione di nuove idee e impulso allo sviluppo del dibattito culturale: nell’Ex Officina Ferroviaria di Barge, oggi spazio di incontri tra arte e letteratura, si potrà rivivere un’epoca di grande fermento.

Dal 21 ottobre al 18 novembre 2018 sarà visitabile la mostra “Carlo Alberto di Savoia – Da Re di Sardegna a Conte di Barge”, che attraversa la vita del Re dalle Regie Patenti del 17 febbraio ‘48 e dallo Statuto Albertino del marzo dello stesso anno sino all’esilio e alla morte nel 1849.
Nella mostra, poi, due focus dedicati alle comunità religiose ebraiche e valdesi protagoniste nel 1848 delle Regie Patenti con le quali il Re riconobbe di fatto le libertà per tanti anni negate alle minoranze religiose.
In esposizione, grazie in particolar modo ad alcune collezioni private, quadri raffiguranti il Re e la famiglia, oggetti di vita quotidiana – un servizio da cioccolata del tempo, una delle sue pistole, un orologio o la spada del Parroco di Barge con su inciso il nome del Re. Vi saranno poi diversi pannelli che narreranno i rapporti della Città di Barge con i Savoia-Carignano – una lettera di Carlo Emanuele in cui si annuncia ai bargesi la nascita di Carlo Alberto, una copia dello Statuto, ancora inni scritti in suo onore e testi offerti dal Centro Culturale Valdese di Torre Pellice e dalla Comunità Ebraica di Torino.

Una serie di eventi collaterali arricchirà la mostra:

– tour di visite guidate al Real Castello di Racconigi, alla Banca del Vino di Pollenzo, alla Basilica di Superga di Torino e al Palazzo Reale di Torino, luoghi strettamente legati a Re Carlo Alberto.
– Chiacchierate in mostra, ad ingresso libero, a tema “Carlo Alberto”
– il gusto attraverso le specialità eno-gastronomiche locali proposte da ristoranti, pasticcerie e cantine locali, coinvolte direttamente nell’iniziativa con l’ideazione e la preparazione di uno speciale menù a tema “Sabaudo”.

L’inaugurazione ufficiale della mostra
“CARLO ALBERTO DI SAVOIA, DA RE DI SARDEGNA A CONTE DI BARGE”
si terrà domenica 21.10.2018

• Ore 15,00 – Salone Consiliare del Palazzo Comunale
Convegno dal titolo “Riflessioni su Carlo Alberto, un Carignano sul trono di Sardegna”
Interverranno:
Giulio DISEGNI – Comunità Ebraica
Bruna PEYROT – Comunità Valdese
Maura AIMAR – Presidente Centro Studi Principe Oddone
Moderatore: Matteo LOVERA
• Ore 17,30 – Ex Officina Ferroviaria
Cerimonia di inaugurazione ufficiale della mostra “Carlo Alberto di Savoia, da Re di Sardegna a Conte di Barge”
• Ore 19,30 – Alter Hotel di Barge
Cena benefica, il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione “Amici della Biblioteca di Barge”

Il calendario delle CHIACCHERATE IN MOSTRA

27 OTTOBRE 2018 – ore 15.00
RACCONIGI – sala consiliare del Comune
“IL CASTELLO ED IL PARCO DI RACCONIGI NELL’AMPLIAMENTO CARLO ALBERTINO”
a cura dell’architetto MONICA NARETTO

3 NOVEMBRE 2018 – ore 15.00
RACCONIGI – sala consiliare del Comune
“CARLO ALBERTO NELLE LETTERE E NEI RICORDI DEGLI UOMINI DEL SUO TEMPO”
a cura dell’architetto NADIA LOVERA

4 NOVEMBRE 2018 – ore 15.00
BARGE – ex officine ferroviarie
“LA NOBILTA’ E LE SUE REGOLE – IL BON TON DEL PROFUMO”
a cura di CARMELINA NOVEMBRE e MAURA AIMAR

10 NOVEMBRE 2018 – ore 15.00
BARGE – ex officine ferroviarie
“CURIOSITA’, PETTEGOLEZZI E SUPERSTIZIONI”
a cura di MAURA AIMAR

17 NOVEMBRE 2018 – ore 15.00
BARGE – ex officine ferroviarie
“A TAVOLA CON I REALI”
a cura di LUCIANO ADRIANO e MAURA AIMAR

Info e Contatti Tel: 0175 347601 / 0175 347611 / barge@comune.barge.cn.it

 

Valle Varaita

Corso di formazione per l’ideazione di visite teatralizzate

Valle Po

Il bramito del bosco

Si possono dipingere i suoni del bosco?  Quelli di un bosco che si prepara all’incedere dell’autunno teatro di uno degli spettacoli sonori più belli che la Natura possa offrire: il bramito del cervo.  È  il suono della stagione degli amori, ogni anno nei primi giorni di autunno ad Ostana è possibile ascoltare tra le montagne il verso dei cervi maschi che si affrontano tra loro per conquistare le femmine in un corteggiamento che è un vero e proprio rituale. Il bramito è un suono profondo, caratteristico, ancestrale che si può ascoltare solo per poche settimane.

È questa la colonna sonora della Natura dipinta da Vinicio Perugia, pittore ed incisore naturalista nella mostra  “Il bramito del bosco” che sarà inaugurata al Centro Polifunzionale “Lou Pourtoun” di Ostana  domenica 23 settembre.  Le opere del maestro Perugia, di origini marchigiane ma piemontese di adozione, ci guidano alla scoperta della bellezza che la natura nasconde e di cui spesso siamo ignari osservatori.  Abbiamo perso infatti la capacità di trovare la bellezza racchiusa in  piccoli particolari che una pozzanghera di acqua dopo un temporale, un sottobosco dai mille colori,  un ramo innevato possono regalarci. Forse l’eccesso di tecnologia che ha abituato l’uomo alle creazioni virtuali lo ha reso cieco di fronte alle più belle creazioni che la natura  offre. Ed ecco che le opere di Vinicio Perugia ci prendono per mano per condurci a riscoprire l’incanto di angoli nascosti di Natura, soggetto privilegiato di tutta la pittorica del maestro.  È quello che accade quando ci si trova di fronte a “Il bramito del bosco” l’acrilico su tela che dà il nome alla personale del pittore aviglianese in cui si ha la sensazione di sentire il bramito cavernoso del cervo e di annusare l’odore inconfondibile del bosco che si prepara all’incedere dell’autunno.

Tutte le Valli

29 DELEGATI DI “TERRA MADRE” OSPITI NEL TERRITORIO DI “MOVE”

Dal 20 al 24 settembre 2018 si svolgerà a Torino Terra Madre Salone del Gusto 2018, il più grande evento
internazionale dedicato al cibo, che quest’anno ha adottato come sottotitolo “Food for Change – Cibo per
il Cambiamento”.
Il meeting riunirà migliaia di rappresentanti di comunità del cibo, che per cinque giorni porteranno in città
l’agrobiodiversità dei cibi del mondo e si confronteranno su problemi e soluzioni comuni, oltre a cuochi,
docenti e visitatori provenienti da tutto il mondo e impegnati a promuovere una produzione alimentare
locale, sostenibile, in equilibrio con il pianeta e rispettosa dei saperi tramandati di generazione in
generazione.
Come già avvenuto nelle precedenti edizioni, alcuni cittadini di Saluzzo e del territorio saluzzese hanno
dato la propria disponibilità ad accogliere un gruppo di persone, appartenenti alle comunità del cibo, e per
tutta la durata della manifestazione ospiteranno così 29 delegati di Terra Madre, provenienti dall’Europa
Centrale (Belgio e Germania), dell’Est (Russia, Croazia, Azerbaijan e Bielorussia) o dall’Africa (Burkina
Faso). Ancora una volta le case e le strutture della pianura Saluzzese e della Valli del Monviso si aprono
all’altro, a piccoli produttori e contadini provenienti da altre parti del mondo, persone alle quali far
conoscere il territorio e le produzioni locali, e dalle quali apprendere saperi antichi e sapori da riscoprire.
Per parte sua, il Comune di Saluzzo organizzerà e coprirà le spese di tutti i trasferimenti da e per Torino
che vedranno coinvolti i delegati ospitati nel nostro territorio.
Per quanto riguarda invece le produzioni agricole nostrane, come già avvenuto lo scorso anno, i prodotti
inseriti nell’Atlante dei sapori del territorio MOVE faranno bella mostra di sé nei due stand allestiti
all’interno del salone del Gusto, presso i quali, a rotazione, 6 aziende del nostro territorio esporranno le
eccellenze della loro attività. Si tratta dell’Azienda Agricola Bargiolina di Barge, l’Apicoltura Biologica
di Elva, il Consorzio Sofran di Valgrana, l’Azienda Morre Massimo di Caraglio, lo Zafferano del
Monviso di Martiniana Po, l’Ape d’Oc di Demonte.
A queste 6 aziende se ne aggiungono poi altrettante che esporranno i loro prodotti presso il Salone del
Gusto in rappresentanza del neonato Consorzio Valle Stura Experience di Demonte.

 

Andrea Garino – Ufficio Stampa

Valle Po

Il Mombracco e #mombraccoinfoto2018

Più di cinquecento anni fa, il Mombracco aveva catturato l’attenzione di Leonardo da Vinci. Il genio toscano lo citò infatti in un suo trattato, decantando le proprietà della sua pietra, la quarzite, definendola bianca e senza macchie come il marmo di Carrara e dura come il porfido.

Il Monte Bracco si trova tra la valle Po, la valle Infernotto e la pianura cuneese ed è accessibile dai sei Comuni che lo circondano.  Ciò che lo rende così particolare è la ricchezza di paesaggi molto diversi e fusi fra loro: si alternano infatti zone più montane con altre per lo più piane, aree verdeggianti e boschive con placche isolate e rocciose e luoghi di culto religioso e con altri di storia pagana. E’ un luogo alternativo alle alte quote, di vedute mozzafiato da scoprire, ricco di vedute mozzafiato da scoprire e di offerte per ogni tipo di visitatore e dotata percorsi per chi ama l’aria aperta e il rapporto con la natura, l’outdoor, la bicicletta, il trekking, la MTB, l’arrampicata, il fitwalking, il bouldering…

Questa montagna di media altezza, che raggiunge la sua massima quota con la Croce di Envie, dispone di un anello di trekking percorribile in un solo giorno per i camminatori più allenati o da dividere su due giornate per rendere il viaggio più apprezzabile, con un’altitudine compresa tra i seicento e i mille metri. Numerose sono le testimonianze di antropizzazione visibili nei terrazzamenti e nelle meire in pietra costruite sotto le balme rocciose. Queste ultime sono borgate costruite interamente sotto un tetto di roccia naturale aggettante. Le abitazioni, edificate con muri in pietra a secco, legno e lose, sfruttano dunque il riparo della roccia sovrastante. La più nota e visitabile con le guide Vesulus (tel. 339.6908179) è Balma Boves (www.balmaboves.it). Sul Mombracco sono state ritrovate anche incisioni rupestri che mostrano figure umane e che risalgono all’Età del Ferro, ovvero 3000/5000 anni fa. ). Secondo una credenza locale, si narra che lungo le pendici del Mombracco siano presenti le fàje, personaggi magici simili a donne di dimensioni ridotte, di brutt’aspetto, trasandate, pelose e piuttosto dispettose.

Esistono itinerari dedicati alla mountain bike, caratterizzati da susseguirsi di sali e scendi, di ripide salite ed entusiasmanti discese su sterrato. In particolare vi sono tre anelli che consentono di percorrere la sommità del monte snodandosi in ambienti molto diversi e garantendo una splendida visuale panoramica, sia sulla pianura, sia sulla catena del Monviso. Questi sentieri salgono tra i boschi di betulle, noccioli e castagni secolari e sono racchiusi da muri di pietra a secco: i bouschet. Per informazioni e accompagnamenti, sono a disposizione le guide MTB “Discovery Monviso”.

Per gli appassionati di climbing sono presenti diverse falesie sulle quali sono state aperte innumerevoli vie, grazie ad uno stupendo gneiss che attira da sempre un crescente numero di arrampicatori. Le pareti più note agli appassionati sono quelle del versante Sud, ma la bellezza e la varietà della roccia offrono zone di scalata molto apprezzate anche sugli altri versanti.

I cultori del bouldering, invece, hanno un’autentica predilezione per i massi del Mombracco. La loro attività, che è stata riscoperta da poco tempo, ha trovato in gruppi di giovani appassionati un’energia contagiosa. Sui massi del Mombracco gli sportivi del genere si dilettano in numerosi movimenti e i campioni mondiali come Christian Core hanno disegnato nuove linee.

Per gli amanti del fitwalking cross è a disposizione un percorso di una lunghezza di circa 6 km che percorre piacevoli ambienti fra boschi di castagno a cui si alternano prati sfalciati in un contesto paesaggistico molto curato. La partenza è dall’ex Centrale di Rocchetta.

Oltre a molteplici percorsi dedicati agli sport più svariati si aggiungono le visite guidate che permettono di esplorare il mondo animale e vegetale e di riconoscere i segni dell’uomo sul territorio. Gli accompagnatori naturalistici sono disponibili per proposte a gruppi e scolaresche.

 

IL CONTEST FOTOGRAFICO #mombraccoinfoto2018

Storia e cultura, sport e mistero si intrecciano sui sentieri della “Montagna di Leonardo”: tra scorci mozzafiato sul Monviso e aperture sulla pianura, si possono scoprire antiche borgate, monasteri, incisioni rupestri, memorie di una civiltà rurale che si racconta nel legno e nella pietra.

Racconta il Mombracco attraverso la fotografia e partecipa al contest fotografico #mombraccoinfoto2018: le immagini selezionate saranno esposte in una mostra itinerante e tutti gli autori riceveranno in omaggio una copia del fotolibro ufficiale del concorso. C’è tempo fino al 31 ottobre!

L’iniziativa è promossa dall’Unione Montana dei Comuni del Monviso con la collaborazione dei Comuni di Barge, Envie, Paesana, Revello, Rifreddo e Sanfront; la sostiene anche il Parco del Monviso insieme ad ATL Cuneese, VisitMove, Unione Montana Barge – Bagnolo Piemonte, Valli del Monviso, Vesulus Accompagnatori Naturalistici e IG Piemonte & Valle d’Aosta.

Regolamento completo su www.mombraccoinfoto.it

 

Valle Maira

Turismo dolce: una tendenza europea

Basta dare un’occhiata in una qualsiasi libreria per notare, per lo più nella sezione viaggi, la presenza di numerose pubblicazioni dedicate ai principali cammini, come il famosissimo cammino di Santiago de Compostela oppure la via Francigena, accanto a numerosi altri volumi sui sentieri delle nostre Alpi e Appennini, il camminare a piedi o con le ciaspole in inverno. È il segno di come il camminare e, soprattutto, farlo in un ambiente naturale sia diventato qualcosa di più che un semplice passatempo di pochi appassionati per avvicinarsi ad uno stile di vacanza e talvolta di vita di sempre più ampie fasce della popolazione che si cimentano nelle diverse attività outdoor.

Per sport outdoor consideriamo tutte quelle attività o discipline sportive che hanno come terreno comune di azione la natura: dall’acqua alla roccia, dalla terra all’aria. Quindi dalla passeggiata di poche ore ai trekking di più giorni, dal cicloturismo alla mountain bike, l’equitazione, il volo a vela, l’arrampicata e l’alpinismo in estate e lo scialpinismo e le passeggiate con le racchette da neve in inverno; sono solo alcuni esempi delle numerose attività che hanno visto aumentare costantemente il numero dei praticanti. Già dalla fine degli anni Novanta e in particolare con gli anni Duemila c’è stata una profonda mutazione. Lo sport outdoor è passato da una pratica da parte di gruppi limitati al coinvolgimento di grandi strati di popolazione Assosport (2016). Nell’universo outdoor oggi sono rappresentate tutte le fasce d’età e ceti economico-sociali differenti tra loro. Si va dai giovanissimi alle famiglie, fino alla terza età. Sono coinvolti praticanti di ogni livello sociale. Diviene così una risorsa economica non marginale per territori che hanno un patrimonio ambientale da valorizzare e proporre. Ed è interessante notare che anche in questi anni di crisi i territori che a suo tempo hanno investito in questo tipo di offerta vedono un movimento con continui trend in crescita: un turismo di prossimità capace di soddisfare il bisogno di movimento e natura diventa un’appetibile e praticabile alternativa turistica sulla porta di casa. Il “vivere diverso”, il “muoversi” è diventato nel mondo una necessità così come per tanta parte della popolazione senza dover per forza fare viaggi esotici o lontani.

Le forme di turismo alternative sono in una fase di vero e proprio boom. Secondo diversi studi di settore crescono ad un tasso quasi tre volte superiore a quello a quello del turismo tradizionale. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, nei prossimi dieci anni l’incremento delle entrate turistiche in Europa proverrà per lo più da forme alternative di viaggio che non coinvolgono il classico turismo “sole e sabbia” o dei “city break”. Questo “nuovo” tipo di turismo dovrebbe corrispondere al 20% circa dei viaggi nei prossimi 20 anni ed è destinato a crescere più in fretta di qualsiasi altro segmento di mercato.

Innanzitutto cerchiamo di fornire qualche dato in grado di dare un ordine di grandezza al fenomeno outdoor. Sono dati su cui non esistono numeri certificati perché si ha a che fare con attività che si svolgono per lo più fuori da impianti, terreni o strutture a pagamento, quindi difficili da quantificare. Possono però essere fatte delle stime. Per esempio si può stimare il valore del mercato dell’attrezzatura e dell’abbigliamento per lo sport outdoor. Il rapporto Assosport (2016) stima in 226 miliardi di euro il valore di questo mercato a livello mondiale, in 66 mld quello europeo e di 7,6 mld quello italiano.

Nel 2012 altre stime attribuivano 14 miliardi di euro al solo mercato europeo: pur trattandosi di indagini diverse si può notare un considerevole aumento. Il mercato più importante è la Germania, seguono il Regno Unito, la Francia, mentre Italia, Austria e Svizzera si collocano agli ultimi posti. In totale si calcola che i paesi dell’arco alpino influiscano su questo valore per il 55% del totale. I paesi del nord dell’Europa occupano un 15/16% e sono in crescita i paesi dell’Est Europa (Polonia e Repubblica Ceca). Mettendo in relazione questi dati con le stime sui praticanti dei singoli paesi si stimano in circa 80/100 milioni i praticanti di sport outdoor in Europa così ripartiti: 25 milioni in Germania; 15 milioni in Francia; 6 milioni in Italia; 6 milioni in Svizzera; 6 milioni in Austria, per un totale di 55 milioni di praticanti nei paesi dell’arco alpino.

La rete sentieristica regionale

In Piemonte, la legge regionale 12/2010 “Recupero e valorizzazione del patrimonio escursionistico del Piemonte” ha sancito un processo iniziato da diversi anni da parte dell’Assessorato alla Montagna e ha trovato nell’intervento normativo l’occasione per far emergere il prezioso, ancorché poco conosciuto, lavoro svolto negli anni dai funzionari dell’Assessorato. Lo scopo è duplice: censire e mettere in sicurezza la rete dei sentieri e dare respiro alla creazione di un sistema turistico alternativo ai modelli più tradizionali e con il pregio di offrire opportunità di occupazione e sviluppo in territori di montagna troppo spesso considerati (e trattati) come marginali e problematici.

(di  Carlo Albero Dondona – IRES Piemonte)

Per l’articolo completo https://bit.ly/2yqp5Pk

Foto: Sergio Simondi

Valle Maira

Solstizio – La Festa del Turismo Dolce nelle Alpi

Il turismo alpino è profondamente cambiato. Dalla visione consumistica della seconda metà del Novecento, sul finire del secolo si è passati al “consumo di emozioni”, sommariamente accorpate sotto stereotipate voci (sport, cultura, gastronomia, divertimento). Poi la domanda si è evoluta ulteriormente, e oggi una buona metà dei turisti della montagna non si accontenta di vivere un’emozione: vuole tornare a casa con un’esperienza. Da consumatore passivo, prodotto egli stesso del mercato turistico, il viaggiatore del XXI secolo vuole diventare protagonista attivo, consapevole e competente. È il cosiddetto “turista responsabile”, che pratica un turismo dolce o sweet.

Il turismo dolce si definisce come tale perché ha un approccio di curiosità e di scoperta per i territori, non ricerca la mera riproduzione di una visione di montagna data dalla pianura ma ne scova i tratti caratteristici e le mille sfaccettature; è fatto dai singoli e da gruppi di persone, non dalle grandi S.p.A. o multinazionali; predilige il contatto diretto con l’ospite e lo accoglie mostrandogli che non sempre vi è un camino tirolese ad aspettarlo, ma l’atmosfera appare non di meno calorosa; nell’offerta di turismo dolce sono importanti le attività complementari che ne decretano la polifunzionalità. La sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) non è mero slogan bensì base per la stessa vitalità del comparto.
Il turismo dolce è un’idea di montagna capace di futuro, dolce, leggera e sostenibile: dolce perché ha a cuore il rispetto dell’ambiente alpino, naturale e umano; leggera nella scelta dei mezzi di trasporto e delle attività, che rinuncia alle grandi infrastrutture impattanti e ai divertimenti rumorosi e inquinanti; sostenibile per il territorio, per chi lo vive e per chi lo frequenta, dal punto di vista ambientale, economico e sociale.” Maurizio Dematteis (Dislivelli)

Solstizio 2018

Per dare visibilità e orgoglio a questo universo in continua crescita, il solo che consenta un futuro di sostenibilità turistica per le Alpi e le altre montagne italiane, l’associazione Trip Montagna (Turismo responsabile in Piemonte) e l’Unione Montana Valle Maira (con MOVE, Percorsi Occitani, Consorzio Valle Maira e con il sostegno di Fondazione CRC e Regione Piemonte) promuovono questo grande evento estivo che chiama a raccolta tutti gli attori della rinascita alpina: mondo della cultura, mondo dello spettacolo, mondo dell’informazione, professionisti del turismo a basso impatto (gestori dell’accoglienza, guide alpine, guide escursionistiche, parchi, ecomusei, operatori sul territorio) e naturalmente il pubblico, senza limiti di età e provenienza.
La prima Festa della Montagna Dolce sulle Alpi si svolge ad Acceglio, in Valle Maira, nel lungo week end da venerdì 22 a domenica 24 giugno 2018, con due serate di testimonianze, storie e spettacoli e due giornate per sperimentare dal vivo, sulle montagne piemontesi, la bellezza e l’emozione di un’escursione, un’arrampicata o un piccolo tour in mountain bike. Le guide mettono a disposizione una rosa di professionisti per accompagnare chi non ha esperienza di montagna o intende provare un’esperienza nuova, migliorandosi.

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